Prima la strana rapina (una gambizzazione mascherata?) in danno dell’ex sindaco di Casapesenna, poi l’atto vandalico a Teano: chi si era illuso che la camorra casalese fosse stata sconfitta ora è costretto a ricredersi. Due episodi tanto gravi impongono una riflessione e l’intervento del ministro dell’Interno.
Il gesto intimidatorio e mafioso avvenuto sui terreni di Libera ai danni della cooperativa Terre di don Peppe Diana è solo l’ultimo di una lunga serie e purtroppo non credo sarà l’ultimo. Proprio per questo motivo, non dobbiamo far mancare la nostra vicinanza alla cooperativa intitolata a don Peppe Diana e, anzi, invito la popolazione di Casal di Principe a stringersi ancor più ai volontari di Libera e al loro lavoro quotidiano.
Almeno un paio di volte l’anno, siamo abituati a vedere atti di vandalismo, autentiche intimidazioni camorristiche sui terreni che lo Stato ha sottratto alle mani dei clan e ha affidato a quelle di centinaia di ragazzi che ogni giorno su quegli stessi terreni portano la loro fatica e il loro sudore, per produrre frutti ormai conosciuti in tutta Europa. Due anni fa proprio a Casal di Principe, sempre in questo periodo, fu distrutto l’impianto di irrigazione, infilata colla nel lucchetto del portone, così come un anno fa a inizio estate fu dato fuoco ai campi di grano sulle terre confiscate a Pignataro.
Si sappia, però, che i frutti delle terre confiscate non si fermeranno. Si moltiplicheranno anzi i ‘pacchi alla camorra’, confezionati con i prodotti delle terre restituite allo Stato, che ormai esportati ovunque, saranno il marchio di questa rinascita.